Questo corso vuole accendere i riflettori sull’innovazione che i sistemi sanitari africani sono chiamati ad operare per curare l’epilessia in quanto malattia cronica, spesso associata all’HIV, altra malattia cronica. Questo è quanto indicato dalla recente risoluzione WHO (WHA73) dell’Intersectoral Global Action Plan 2021-2032 sull’epilessia, ripresa da WFN, ILAE e ICNA.
In 20 anni la popolazione dell’Africa subsaariana è quasi raddoppiata, con essa le malattie. Ma la novità non è data solo dall’aumento di ciò che c’era prima (basterebbe questo). L’aspettativa di vita è aumentata di oltre 10 anni e questo con altri determinanti ha fatto si che oggi malattie non comunicabili tipiche dei paesi occidentali come stroke, infarto e tumori provochi in Africa quasi lo stesso burden of disease di malattie trasmissibili tipiche del continente, HIV, TBC, infezioni dell’apparato respiratorio e addominale etc. Questo cambiamento non era previsto, nessuno era preparato tantomeno i sistemi sanitari e le persone che gli danno vita. L’epilessia è una delle malattie che più risentono di questo “raddoppio” del disease burden. L’HIV, molto diffuso in Africa e in continuo aumento, è un moltiplicatore di epilessia e lo fa con un meccanismo “nuovo”: grazie al migliore accesso alle terapie antiretrovirali la vita di milioni di malati di HIV in Africa si è allungata molto. Si tratta di malati che possono condurre una vita normale ma data la persistenza del virus dell’HIV nel loro cervello per tempi cosi lunghi hanno aumentata probabilità (rischio) di sviluppare malattie neurologiche in primis l’epilessia. E’ un nuovo scenario che investe milioni di persone. La pandemia COVID sta incidendo su questi malati attraverso varie modalità, alcune note – condivise con altre precedenti e mai sconfitte epidemie - altre meno note. La pandemia COVID ci sta obbligando ad un esercizio costante di pratica della salute globale: i cambiamenti che avvengono in un continente distante dal nostro ci riguardano.
Per affrontare un “nuovo globale” non basta più essere gli bravi specialisti di uno “spicchio”. Ci viene chiesto un “di più”, mettere assieme gli “spicchi” per maturare visione e metodo di lavoro nuovi. Per questo è necessario che pensiero umanistico e sapere medico riprendano a dialogare: assieme possono quello che da soli non riuscirebbero, pensare e realizzare nuovi modelli di cura dell’epilessia in Africa in epoca COVID.